Gli obiettivi generali del percorso di cura riguardano il riconoscimento e la rielaborazione dei meccanismi interpersonali ed intrapsichici dolorosi, la costruzione di un’immagine di sé più integrata e la ridefinizione dei confini e dei ruoli familiari.

Gli strumenti utilizzati sono:

– La psicoterapia ad orientamento psicodinamico (individuale e di gruppo);
– Il supporto nella fase post-partum mirato a sviluppare le competenze genitoriali;
– progetti sull’attaccamento e gruppi specifici sul “ruolo materno”;
– attività educative e gruppi psicoeducazionali;
– attività artistico-culturali e ricreative.

Questi strumenti specifici, si inseriscono nel contesto della comunità nel quale la cura avviene attraverso tutte le interazioni, i momenti e gli spazi della vita quotidiana che diventano elementi terapeutici fondamentali. In particolare le relazioni che vi si sperimentano consentono alle pazienti di mettere in gioco il proprio mondo interno, permettendo altresì di sperimentare relazioni diverse e nuove rappresentazioni di sé e dell’altro.

Abitare la comunità e vivere le relazioni che al suo interno si costruiscono diventa un’esperienza emotiva correttiva continua.

Rispetto alla genitorialità si evidenzia che l’uso di sostanze in gravidanza porta alla nascita di bambini fragili e ad alto rischio nel corso dello sviluppo, allo stesso tempo il disturbo da uso di sostanze delle madri determina difficoltà nello stile di cura di queste donne. Nella nostra comunità è presente l’accompagnamento di educatori e psicologi formati ad hoc, che supportano le mamme nel riconoscere il proprio stile relazionale, le fragilità che esso può presentare e forniscono supporto nello strutturare modalità diverse nel prendersi cura del proprio figlio dal punto di vista concreto, sanitario e a livello emotivo.